di Paola D’Ambrosio, allieva quarto anno della Scuola di Shiatsu e Naturopata formata presso la Scuola di Naturopatia EFOA
Il principio delle antiche medicine
Un principio che caratterizza le antiche medicine sciamaniche è quello de: la Parte per il Tutto, in cui ogni parte è in relazione ad un’altra ed il piccolo rispecchia il grande, così come in natura tutto ciò che accade nel macrocosmo si riflette sul microcosmo.
La parte per il tutto
Tra le tecniche di valutazione e trattamento secondo la Medicina Tradizionale Cinese, così come secondo l’Ayurveda, diverse prendono in considerazione solo su una parte del corpo, al fine di ottenere un risultato sull’insieme psicofisico della persona.
Se pensiamo alla diffusissima riflessologia plantare o alla non meno interessante auricoloterapia e ancora alla diagnosi del volto, della lingua e all’occidentale iridologia, notiamo come queste parti del corpo (in cui è rappresentato tutto l’insieme) ci possano parlare dello stato di salute complessivo della persona, dandoci informazioni molto specifiche su tutti i suoi aspetti vitalistici e sugli squilibri in atto.
Consideriamo anche che la prima forma di Shiatsu canonizzata in epoca moderna – l’Ampuku – lavorava solo sull’addome con l’obbiettivo di lavorare sull’insieme psicosomatico dell’individuo!
Tanti microcosmi
Il corpo è come fosse formato da tanti microcosmi, come ad esempio il piede, ciascuno caratterizzato da una propria psiche, ma allo stesso tempo contenente tutte le informazioni della persona.
Qualunque alterazione, sia essa fisica o psichica, crea segni di squilibrio anche su tutti i microcosmi che appartengono ad essa.
Quindi, se un organo si trova in uno stato di carenza di vitalità, sicuramente anche tutto il nostro corpo sarà influenzato da questa debolezza, sia a livello psichico che fisico e sicuramente ciò apparirà evidente attraverso segni sul piede, sul viso, sull’iride ecc…
le strategie riequilibranti
In un trattamento Shiatsu, tra le varie strategie riequilibranti, possiamo prendere in considerazione una singola zona (zona del corpo, ma anche un intero meridiano), che riteniamo più significativa e consona per il soggetto ricevente in quel momento.
Le strategie operative mireranno a quella singola zona, trattandola come se fosse un individuo completo (lo stesso principio è tipicamente usato nel trattamento dei meridiani).
Il trattamento punta a ristabilire un equilibrio generale e a risolvere in prima battuta le somatizzazioni più superficiali, utilizzando in questo caso passaggi che lavorano su superfici ampie (palmi, pollici ravvicinati) svolgendo un effetto irraggiante su tutta l’area, comunicando distensione, grazie anche alla ricerca del giusto ritmo da imprimere alla sequenza di pressioni.
A questo punto il lavoro entra in profondità e diventa più specifico, passando a rinforzare quei meridiani attraverso i quali si potrà agire sul qi, toccando anche la psiche e quindi le cause della somatizzazione.
Ad ogni modo rinforzando quei meridiani, la persona avrà più vitalità e si troverà più forte nell’affrontare quelle tensioni che la fanno somatizzare e non solo; desomatizzando articolazioni come ad esempio quelle del piede, si dà loro la possibilità di ritrovare la naturalezza nel muoversi e di andare a rinforzarsi e tonificarsi nei giusti punti.
Il ritmo delle pressioni
Un altro aspetto molto importante è quello del ritmo delle pressioni che ricopre un ruolo fondamentale.
Da sempre il ritmo è la forza che sta dietro qualunque espressione della vita, tanto è vero che spesso le parole ritmo e vita vengono usati come sinonimi!
L’organismo è in salute quando i ritmi vitali sono armonici tra loro, qualunque squilibrio di un ritmo comporta complicazioni alla nostra salute.
Pensiamo ad esempio alla peristalsi intestinale che per essere efficiente deve avere un giusto ritmo, così come il ritmo cardiaco o respiratorio.
Il corpo comprende il linguaggio dei ritmi e nello shiatsu è importante trovare quello giusto per imprimere il messaggio di abbandonarsi, così da allentare le tensioni di difesa che impediscono di analizzare e quindi poi agire su aspetti più profondi.