Yin e Yang: il continuo rinnovarsi della vita

di Francesca Bonsignori, direttore didattico scuola per operatori Shiatsu EFOA International

Una volta Yin una volta Yang

Una celebre frase del I Ching (Libro dei Mutamenti), ci dice che: “Una volta Yin, una volta Yang, questo è il Tao”.

Nella descrizione cinese di qualunque forma di realtà troviamo il concetto base di yin e yang, fondamentale per caratterizzare qualitativamente tutto ciò che esiste, dal concreto all’astratto, dal tangibile all’intangibile, dal Microcosmo al Macrocosmo, dal sociale al culturale, dall’uomo a tutto ciò che riguarda il suo stato di salute.

Un costante mutamento

E tutto ciò che esiste è in costante ininterrotto mutamento. Ogni cosa viva si trasforma. Esempi sotto i nostri occhi li abbiamo costantemente: il ciclo del cibo, dell’aria, la riproduzione che trasforma vite in altre vite.

Anche la nostra mente per mantenersi giovane ha bisogno di mutare schemi, di pensare e di considerare le cose da nuove angolazioni, di creare, di porsi nuovi obiettivi, altrimenti degenera rapidamente.

Nella tradizione cinese questo mutare è descritto mirabilmente dal simbolo più semplice e naturale: i due principi femminile e maschile (yin e yang appunto), che pur mantenendo personalità distinte di attraggono, si miscelano, alternando costantemente la dominanza dell’uno rispetto all’altro.

Pur con l’istinto di dominare sull’altra, ciascuna delle due forze è tale solo in quanto contenente il seme dell’altra, e necessita della qualità complementare, in quanto la totale realizzazione dello Yin, o dello Yang, sarebbe l’equivalente di una condizione di morte.

In qualunque forma vivente non potranno mai manifestarsi lo Yin Assoluto o lo Yang Assoluto, che solo nel Cosmo, una dimensione oltre la vita, possono sussistere.

L’Essere Umano viene simbolicamente collocato con i piedi a terra e le mani in cielo, ma la terra che contattano i suoi piedi non è lo Yin Assoluto, irraggiungibile, così come le mani verso il Cielo non raggiungono mai lo Yang Assoluto, anch’esso irraggiungibile.

La Terra su cui l’Uomo poggia i piedi è yin, in quanto possiede più yin che yang, è uno yin relativo. Il Cielo raggiunto dalle mani dell’Uomo è yang in quanto possiede più yang che yin, è uno yang relativo.

Il seme dello yang presente in qualunque manifestazione yin è indicato nel famoso simbolo Tai Ji Tu (v. figura) dal punto rosso dentro la parte nera; il seme dello yin presente in qualunque manifestazione yang è indicato del punto nero dentro la parte rossa.

Il qi, la vita, è relazione-attrazione di yin e yang; al contrario, la morte è separazione delle due forze.

Il ritmo

Quel che è vivo si esprime in natura attraverso dei ritmi.

Il ritmo indica innanzitutto movimento, dove una particolare condizione non è mai statica, ma dura un attimo per evolvere in una successiva, quest’ultima generata dalla precedente, dalla quale è condizionata, e così via…. La luce nell’arco della giornata non è mai uguale, ma varia costantemente, ogni attimo, al salire e allo scendere del Sole.

L’evolversi dei ritmi in natura ha la particolarità di essere un fenomeno regolare, organizzato ed armonico, una sorta di equilibrio dinamico. E anche quando si ha l’impressione di un eccesso che allontani da questo equilibrio (ad esempio per fenomeni atmosferici esagerati o non adatti alla stagione in corso), si sa che la natura ha in se la forza per ripristinare, prima o poi, l’equilibrio.

La forza del ritmo, dovuta proprio a questo equilibrio dinamico che la natura sa esprimere, è ben rappresentata dal Tai Ji Tu nel quale la parte nera yin si trasforma costantemente in quella rossa yang, mai completamente e sempre in un circolare ripetersi di ogni condizione.

Questa legge naturale espressa dal Dai Ji Tu in quanto universale, la troviamo caratterizzare ogni evento naturale e soprattutto, per quanto interessa noi, l’essere umano.

La vita nell’essere umano è un’orchestra di ritmi, e lo stato di salute all’armonia tra i vari ritmi, proprio come avviene per i fenomeni naturali.

Lo yin sostiene, sorregge, tant’è che costituisce anche il bordo, ed è dunque considerato la parte densa, rispetto allo yang, bianco, leggero, sottile.

Le varie funzioni, i vari ritmi che ci sostengono, sono caratterizzati da qualità sia yin che yang, in proporzioni sempre differenti secondo i momenti, per cui parlando si tende a definire una cosa yin o yang. Non esiste tuttavia nulla di totalmente yin o totalmente yang, ma soltanto qualcosa che in un certo istante è più yin (o più yang), rispetto ad un’altra.

Esempio: l’interno è yin, l’esterno è yang; da ciò possiamo definire una cosa yin rispetto ad un’altra se si trova più all’interno, ma la stessa è yang rispetto ad una terza eventuale, che si trovi ancora più all’interno della prima.

Le qualità Yin e Yang nei meridiani

Secondo il sistema della Medicina Tradizionale Cinese, le funzioni vitali sono rappresentate nel corpo umano dai meridiani, ed eventuali squilibri sono individuabili dalle condizione dei meridiani corrispondenti, e riequilibratili attraverso gli stessi.

Ogni meridiano porta il nome di un organo, il quale non è dunque semplicemente una macchina funzionale con una determinata localizzazione fisica, ma è un insieme di qualità e funzioni sia fisiche che psichiche, e si estende nel corpo sia come tragitto che come interconnessione con gli altri meridiani, organi e funzioni.

Una prima qualità che attribuiremo a ciascun meridiano viene proprio dal concetto yin-yang. Semplificando, vengono classificati alcuni meridiani come yin, ed altri come yang, ma è necessario sottolineare nuovamente che si tratta di un concetto relativo.

Tra i 12 meridiani principali, 6 sono yin (Polmone, Milza, Cuore, Ministro del Cuore, Reni, Fegato) e 6 sono yang (Intestino Crasso, Stomaco, Intestino Tenue, Triplice Riscaldatore, Vescica Urinaria, Vescica Biliare).

Tra i 6 meridiani yin, 3 partono dal piede e arrivano al torace, 3 partono dal torace e arrivano alla mano.

Tra i 6 meridiani yang, 3 partono dalla mano e arrivano alla testa, 3 partono dalla testa e arrivano ai piedi.

Infatti nel corpo umano il massimo dello yang lo troviamo nella testa, il massimo dello yin nel torace. Il basso è yin rispetto all’alto yang. Lo yin tende a salire, lo yang a scendere. Lo yin è interno, lo yang esterno. L’addome è yin, la schiena è yang…

Naturalmente si tratta di una semplificazione attribuire ad un meridiano una qualità esclusivamente yin oppure esclusivamente yang, in quanto una parte di yang è sempre presente nello yin e viceversa. Le precedenti attribuzioni indicano che un determinato meridiano, ad esempio quello della Vescica Urinaria, ha più qualità yang rispetto a quelle yin.

Non solo, ma il suddetto meridiano non è “uniformemente” yang in tutta la sua estensione, ma il rapporto yin-yang varia costantemente nel percorso del meridiano, che mano a mano che dalla testa si avvicina ai piedi diviene più yin, o meglio, acquisisce sempre più caratteristiche yin.

E ancora, secondo l’ora del giorno, il meridiano è più o meno attivo, seguendo il ciclo nictemeriale : quando è attivo è più yang, quando è passivo (o meglio, lontano dall’orario di massima attività) è più yin.

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