di Francesca Bonsignori, Fondatore della Scuola Operatori Shiatsu dell’EFOA
Lo stress: un nemico sconosciuto
La parola stress è entrata a forza tra i vocaboli più usati nel linguaggio moderno, ad indicare uno dei disagi più diffusi ed insidiosi del modernismo.
Di fatto lo stress è un nemico occulto che non si mostra, ma di cui sono tangibili gli effetti. La grande difficoltà nel combatterlo risiede proprio nella difficoltà ad inquadrarlo chiaramente e a comprenderne le cause.
In effetti sotto il nome di stress si inquadrano condizioni molteplici, diverse e opposte tra loro. Ecco alcuni esempi: irritabilità, nervosismo, disagi nel sonno sono spesso denominati stress, ma anche emozioni di chiusura, apatia, stanchezza, atteggiamenti depressivi rientrano nello stress.
La mente agitata indica stress, ma anche la mente pesante e incapace di attivarsi.
In pratica, quando il disagio è sfumato e non ben identificato lo chiamiamo stress.
Ancor più grave è la situazione diffusa di non considerare significativi gli effetti dello stress, dal momento che di solito non si tratta di vere e proprie patologie, ed ancor più grave è imparare a conviverci.
Calmare la mente per combattere lo stress
La difficoltà nel definire il disagio proviene dalla condizione di mente agitata che caratterizza la gran parte dei moderni, compresi molti praticanti di yoga, che pur realizzando difficili acrobazie, si trovano facilmente in difficoltà rispetto alla gestione della mente.
Quando la mente è agitata il pensiero è confuso, la realtà viene alterata da una cattiva comprensione e offuscata da proiezioni di natura compulsiva. Lo yoga mette infatti tra i primi obiettivi da raggiungere la condizione di Dharana (concentrazione), come elemento essenziale per combattere la confusione.
Come calmare la mente
Avendo analizzato l’importanza di avere una mente calma, passiamo alle modalità che le discipline orientali ci mettono a disposizione.
Lo Yoga nei suoi vari sistemi ha un ampio spettro di tecniche e modalità, molto diverse tra loro e a volte anche opposte. In tutti i modelli è prevista la capacità di concentrazione come condizione indispensabile per poter agire sul pensiero, per poi passare alla realizzazione di uno stato più profondo, la meditazione.
Nell’Hatha Yoga la concentrazione ottimale è inviare la mente a percepire il corpo. Questa operazione non è affatto semplice e scontata, motivo per cui lo yoga si scala con anni di pratica. Ma se la mente non è agganciata al corpo, facilmente si perde nei suoi voli astratti e il quadro di stress aumenta come in un circolo vizioso.
Lo yoga è una tecnica attiva, dove si opera su se stessi, che se si riesce a realizzare è senz’altro molto potente, ma dove di fatto in pochi vanno oltre l’uso del corpo (attenzione: usare il corpo non vuol dire percepire il corpo). Consideriamo anche che sotto stress, quindi in condizione di debolezza, è ancor più difficile operare attivamente su di se.
Per questo motivo lasciamo da parte per il momento l’ambito dello yoga, per analizzare come altre discipline orientali, nello specifico lo Shiatsu, affronta il problema dello stress.
Da quanto espresso sopra, risulta fondamentale una tecnica dove sia un’altra persona ad agire, l’operatore shiatsu appunto, che a prescindere dalle sue proprie problematiche psicosomatiche, è molto più indicato ad affrontare la distonia del ricevente.
In pratica è più facile agire su un’altra persona che non su se stessi. E questo è tanto più vero quanto più si è deboli e distonici, dunque stressati.
Solo quando si sarà ristabilito un certo livello di equilibrio e di vitalità, sarà possibile dedicarsi alla concentrazione e alla meditazione, e poi, cosa ancor più difficile, al contatto con il corpo.
In pratica, lo yoga andrebbe praticato quando non si è stressati. D’altra parte lo yoga nasce in un contesto dove lo stress era presente in minima parte rispetto alle condizioni di vita dei paesi moderni, anche orientali.
In condizione di stress è dunque ottimale ricevere uno o più trattamenti shiatsu ben fatti.
Lo Shiatsu e lo Stress
Lo Shiatsu ha vaste potenzialità riequilibranti ed armonizzanti, con meccanismi di azione molteplici, dove l’abilità e l’arte dell’operatore permettono di attivarlo a livelli di profondità più o meno intensi.
Parlando di stress, la prima operazione interessante che dona lo shiatsu è riaccompagnare progressivamente la mente nel corpo. Dato che lo stress ha come base l’allontanamento della mente, lo shiatsu lavora per ripristinare questa relazione, ridandole equilibrio dinamico e armonia.
In termini sino-giapponesi tanto più lo yang (mente) è in relazione con lo yin (corpo), tanto più si attraggono, tanta più vita si manifesta, tanto più la persona è in salute psico-fisica. La morte si manifesta in assenza di relazione yin/yang.
E’ interessante analizzare come nella condizione passiva del ricevente sia possibile attivare il meccanismo di richiamo della mente nel corpo, che di per se è un processo attivo.
Ad essere attiva di fatto è la mente dell’operatore, che accompagna l’azione della pressione fisica con l’intenzione, e ciò rende il trattamento molto più potente ed efficace rispetto alla semplice azione fisiologica. A questo punto una parte della mente corporea del ricevente è convogliata nella zona trattata.
Dato che dove va la mente va la vitalità (prana o qi, termine cinese), la parte del corpo si rivitalizza, si risveglia, e stimolerà di conseguenza la mente a contattarla sempre più intensamente. Se questo passaggio è ben fatto, il trattamento continua infatti a lavorare anche dopo, almeno per qualche ora o qualche giorno.
Rispetto allo stress, tanto più pensiero va nel corpo, tanti meno pensieri parassiti vanno a nutrire i meccanismi che generano stress. In pratica si va a togliere allo stress la fonte di rigenerazione, e andrà dunque ad affievolirsi spontaneamente.
Lo Shiatsu è molto influenzato dal pensiero taoista che a sua influenza vari aspetti della Medicina Tradizionale Cinese (MTC). La MTC suddivide la mente umana in 5 aspetti (più uno sovra-umano che gestisce i 5), ciascuno dei quali ha una sua sede di elezione in un organo, ed entra in relazione psicosomatica con zone diverse del corpo.
I Meridiani della MTC sono percorsi che possiamo concepire come prolungamento dell’organo, o ancor meglio dello specifico aspetto mentale legato all’organo, in quanto la mente usa i meridiani per entrare in relazione con il corpo.
Quindi in funzione di quale meridiano viene trattato e stimolato, si va ad operare su un aspetto specifico della mente, che a catena lavora su aspetti vitalistici diversi.
Il problema che porta allo stress è che la mente, nei suoi 5 aspetti, si dimentica di questa sua funzione di scorrere lungo i meridiani, e si dedica a tutt’altro, a pensieri astratti che solitamente non riesce a gestire. Quanto meglio sarebbe per lei, al contrario, dedicarsi agli spazi che gli sono propri, come i meridiani, appunto!
Ogni Meridiano collega l’addome con un’estremità (un dito della mano o del piede, secondo il Meridiano). L’operatore Shiatsu, agendo sul Meridiano rinforza questa relazione addome/estremità, combattendo la dispersione e ripristinando un’armonia tra le varie componenti della persona e le varie parti del corpo.
Tanta più mente viene portata nel Meridiano, tanto più il Meridiano viene riempito di vitalità (qi). La vitalità stimola la forza aggregante, che fa sì che la singola parte (un organo, una funzione, un aspetto della mente, una catena muscolare…) si senta parte integrante di un unico essere, e si comporti nell’interesse collettivo (l’individuo). Al contrario, la malattia, sempre preceduta da una condizione di stress, deriva da una perdita di forza aggregante.
Il respiro nello Shiatsu
Un altro elemento fondamentale nello Shiatsu è la componente respiro. Tutte le tecniche che affrontano il problema dello stress trovano nel respiro un grande appoggio e riferimento, in quanto tra i vari ritmi vitali ha una diretta relazione con la psiche, meno mediata rispetto agli altri ritmi, che pure ne sono costantemente influenzati.
L’operatore ha la possibilità di agire sul respiro del ricevente, facendo in modo che si modifichi spontaneamente.
Il respiro del ricevente fornisce anche elementi valutativi preziosi per l’operatore, e in base alle modifiche nel corso del trattamento, dei riferimenti su come il trattamento sta agendo sul piano psico-somatico.
Il respiro è infatti in diretta relazione con la mente e l’emotivo. Una minima alterazione su questi piani, tanto di natura positiva che negativa, si riflette immediatamente sul respiro.
Prendiamo ad esempio una condizione di stress che si manifesta con un respiro disarmonico, corto e spezzato, tipica situazione all’inizio di un trattamento shiatsu.
Nel corso del trattamento, al cambiare dello stato interno del ricevente, meno stressato e più vitale, il respiro va a modificarsi in tempo reale, e l’operatore in tempo reale percepirà un movimento fluido, armonioso, lungo e delicato.
Naturalmente, se l’operatore ha colto punti particolarmente sensibili, potrebbe verificarsi, al contrario, un’alterazione del respiro in senso disarmonico. Anche in questo caso la valutazione è preziosa.
In generale, rispetto al respiro il quadro migliore nello shiatsu è creare le condizioni per cui del tutto spontaneamente si crei un quadro di qualità respiratoria sempre migliore nel corso del trattamento singolo, e naturalmente nel corso di più trattamenti, via via che si ripristina un equilibrio psicosomatico sempre più profondo.
In alcuni casi, l’operatore esperto potrebbe condizionare volontariamente il respiro, modulandolo in localizzazione, lunghezza, portata e altro, secondo l’obiettivo del momento. In questo caso si tratta di una sorta di pranayama indotto, operazione sicuramente più complessa ma più profonda e veloce nei risultati.
Una breve esperienza per concludere:
Ci portiamo distesi supini, con le mani a contatto con il nostro addome, per una percezione spassionata e distaccata del nostro respiro reale, accettando tutte le naturali disarmonie, causate da una condizione ordinaria disarmonica.
Dopo alcuni minuti di percezione, ci renderemo conto di quanto il respiro sia cambiato, del tutto spontaneamente, solo per aver distolto la mente dalle sue occupazioni ordinarie ed averla semplicemente rivolta verso il corpo, in particolare verso il movimento respiratorio.
Questa prova ci fa riflettere sulla portata di semplici tecniche, alla portata di tutti, che se ben usate creano un impatto positivo nella nostra quotidianità.
Molto bello questo articolo,ricco di contenuti e utile a tutti gli operatori olistici e studenti .